Wiki

  • Data di pubblicazione

    12 Dicembre 2018

  • Durata

    15 brani

Un cammino nella durezza dei suoni urbani, alla ricerca dell’umanità
di Renzo Cresti

Un richiamo al nostro inconscio, personale e collettivo, inquieto, nervoso. Insofferente verso il mondo che ci circonda che ci prende alla gola. Un viaggio nelle paure e nelle angosce del presente. Questo lavoro di Lorenzo Cimino descrive il baillame di rumori e di suoni che ci circonda, il nostro affogare nel mare magnum di una massa senza volti.
Cimino prende le voci da ogni parte del mondo, le registra come musica concreta e poi le circonda di strepiti, fragori, tumulti, calpestii, stridori, fruscii, cigolii ossia di tutto ciò che vibra attorno a noi e dentro di noi. Ci sono urla e grida ma anche mormorii e respiri, fremiti di preghiera (Addio). La forma musicale si costituisce seguendo il vissuto o meglio il vivere.
Accanto al mercato, che è diventato il simbolo della nostra (in)civiltà (Ballarò), vi sono voci di bambini, accenti di speranza. Le voci registrate sono inghiottite dai suoni/rumori dei campionatori, in una polifonia ora infernale, che ci ammonisce dei mali del mondo, degli orrori che si possono vedere/ascoltare (Fly in the world), ora più conciliante, accogliente, dove voci orientali (Mondo volato), africane (Dongo e Arredo urbano), arabe (Yamamte Line) fanno parte – inscindibilmente – del nostro vivere quotidiano, dove tensioni e rilassamenti convivono, come in ogni singola composizione qui proposta.
Non mancano un sentire ironico (Sonnambulo) e momenti di rasserenamento (Odessea nella mente e Orch’idea), ma le parti più oscure e quelle più positive non vengono espresse di brano in brano, si riscontrano nei pezzi singoli, dove i suoni campionati sono ora linee polifoniche tenebrose ora luminose. Nell’insieme predomina una certa opacità, un suono sporco e hard, un ritmo accentuato e andamenti enigmatici. Cimino vuole introdurci nel labirinto della vita contemporanea, non sapendo se ci sarà la via di uscita. Si veda la copertina, dove Cimino è fotografato di spalle, senza vederne il volto, in un ambiente oscuro, si incammina per dove? Il dedalo dei suoni non è solo ben pensato ma una parte rilevante e intrigante è l’intuizione (Witz).
Il lavoro è sostanzialmente dark, affastellato, dove i suoni si accumulano e terminano per soffocamento. Un lavoro nato nei meandri solitari di una psiche inquieta ma totalmente immerso nella spirale delle fatiche urbane, fatte di incontri, competizioni, artifici, inganni: una partita per la vita. Giocata con una sensibilità musicale matura.
Se vogliamo capire, senza idealismi, in modo nudo e crudo, cos’è il mondo che ci circonda e ci stritola; se vogliamo prendere coscienza delle durezze e dolcezze, dei rifiuti e degli abbracci, nulla di meglio che immergersi in questo ferreo lavoro di Cimino, amaro e grintoso, ma anche indulgente e comprensivo, con un’umanità conquistata, con fatica, ma raggiunta con passione.

Modifica questa wiki

Non vuoi vedere annunci? Effettua l'upgrade

Album simili

API Calls

Esegui lo scrobbling da Spotify?

Collega il tuo account Spotify a quello di Last.fm ed esegui lo scrobbling di tutto quello che ascolti, da qualsiasi app di Spotify su qualsiasi dispositivo o piattaforma.

Collega a Spotify

Elimina