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Ecco che arriva, a distanza di nemmeno sei mesi dall'uscita del suo secondo album, il terzo album della nuova eclettica, coraggiosa ed ironica promessa del mercato discografico italiano.
Ma che Luuuungo era un album che aveva suscitato scalpore per la rottura dei canoni, per la proposta di album quasi come gioco, come divertimento, in cui, nonostante l'ottimo materiale proposto, i testi dovevano creare una rima od un'assonanza a tutti i costi, anche se essi avessero tolto il senso alla canzone stessa.
Una proposta che, in parte, era stata esasperata in E Non Dite Che La Mucca Non Ve L'Aveva Detto (Penando E Ripenando), in parte smentita con alcuni brani con delle liriche più organiche.
In Quest'Anno Non Sarà Una Giornata Divertente, invece, si evidenzia un desiderio dell'artista di portare le composizioni ad un livello più maturo, più cosciente, sebbene non riesca a staccarsi completamente dal carattere demenziale che lo ha sempre contraddistinto.
Infatti, mentre in Ma Che Luuuuungo la demenzialità era puramente fine a sè stessa, in Quest'Anno Non Sarà Una Giornata Divertente essa sere anche ad esprimere i messaggi che esprimono la visione del musicista rispetto alla società (come lo era stato per Il Bruco), come ne La Fabbrica, evidente denuncia agli effetti dell'inquinamento dell'uomo sulla natura ed esaltazione dei valori di amore, inteso come amore assoluto, che possa essere etero o omosessuale, così come in Mettete La Cacca Nei Vostri Cannoni, o ne Il Cane A Santa Fe, che mette in luce l'atrocità dell'abbandono dei cani durante i viaggi, nonostante l'amore che per essi si possa provare.
A livello compositivo, sebbene le canzoni siano sempre costituite da giri semplici di accordi, ma non per questo meno efficaci, ci troviamo di nuovo davanti ad una serie di stili diversi,e rispetto agli altri 2 album si ampia anche la gamma di influenze stilistiche. Il blues (Mason Il Coyote Enciclopedico), De Andrè (Una Storia D'Amore) e i Radiodrammi di Elio e Le Storie Tese (Pisus Is Comin', Patriottismi Alternativi) restano sempre in voga, ma stavolta lo spazio è aperto non solo anche al pop (Spacca Meno Il Membro, sebbene il classico duetto d'amore sia tra K e la sua voce modificata al computer), all'hard rock (Gargarismo Rock), ma addirittura al power metal "dismetallizzato" de La Fabbrica, alla elettronica de La Rana Sotto Shock, al folk de Il Matrimonio (che si inserirebbe perfettamente nella colonna sonora di un film alla A Nightmare Before Christmas) al gospel di Borotalco.
Una peculiarità che emerge è anche quella di saper narrare le proprie canzoni coinvolgendo meglio lo spettatore tramire l'inserzione nelle liriche di piccoli particolari che stiano in secondo piano rispetto al tema centrale del discorso, donangogli una piacevole fluidità e dando il nome alla canzone. E' il caso de La Fabbrica e de Il Matrimonio.
Un caso a parte, e si spera che abbia seguiti, è la splendida suite de Il Cane A Santa Fe, brillante chiusura della trilogia iniziata con la hit dell'esordio, Il Gatto Nel Bidet. Essa è infatti costituita da un giro di piano in 6/8, triste, melenso e ripetitivo, che poi, dopo una splendida ed intensa parte strumentale, ci riconduce alla melodia che inizio tutto, quella del Gatto. Ma qui è solo il piano ad accompagnare, e non c'è di mezzo nessun altro strumento che venga affidato interamente al computer, com'è invece suo solito fare. Ce lo aveva fatto capire con La Fenice e con Lodovico Is Rising, ora ce ne ha dato la prova.
K, suona il piano per noi, e ti vorremo sempre lì su quel palco, ad ascoltarti in religioso silenzio.
Un'ultima cosa da dire su questa opera è che essa un concept, diviso in due parti, che vorrebbero simbolicamente rappresentare il Lato A e B di un vinile. La prima, che tratta dei mali che affliggono la vita dell'uomo, la seconda invece dei suoi svaghi o delle soluzioni alle sue sofferenze.
E' una buona prova, non mancano gli spunti interessanti e soprattutto il sorriso resta sempre una garanzia kappiana, ma sono convinto che a questo punto si possa fare molto meglio.
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