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Biografia

Definirlo come uno degli autori più importanti del rock inglese degli ultimi 30 anni non è cosa da poco: Robyn Hitchcock porta con disinvoltura i suoi anni ed anzi mostra di avere l'allungo di un ventenne. Mai assurto al ruolo di rockstar, piuttosto riservato ed intento a far parlare la sua musica in primis, l'ex-leader dei Soft Boys torna a stupirci per l'ennesima volta. Il nuovo progetto licenziato da Sartorial nel 2010 è nella realtà dei fatti un'avventura stimolante, per non dire ambiziosa. Le canzoni prima di ogni altra cosa, forse le più belle composte da Robyn da un decennnio abbondante a questa parte. Un pop bagnato nel solenne credo psichedelico, un onirico viaggio cantautorale che spende le migliori carte dell'artista, questa volta accompagnato da appropriati fuoriclasse. Sostenuto negli anni anche da fan speciali come il regista Jonathan Demme, che lo ha filmato nel 1998 in una performance casalinga newyorkese a 14th Street, Hitchcock è oltremodo rispettato non solo negli ambiti prettamente musicali. "Propellor Time" è il titolo di questa sua ultima fatica, frutto di registrazioni effettuate nella città natale di Londra allo studio Tropic of Hounslow, a partire addirittura dall'estate del 2006. I Venus 3 - la sua backing band ufficiale per le ultime pubblicazioni - sono costituiti da Scott McCaughey (Young Fresh Fellows) al basso e Bill Rieflin (Ministry e Revolting Cocks) alla batteria. Unitamente alla loro si segnala la collaborazione estemporanea con il chitarrista dei R.E.M. Peter Buck (acustica a 6 e 12 corde) John Paul Jones (Led Zeppelin/Them Crooked Vultures) e Johnny Marr (The Smiths/Modest Mouse), co-autori anche del brano "Ordinary Millionaire" con il vecchio compagno d'avventura Nick Lowe. Abbeverandosi alla stessa fonte che fu dei quattro baronetti di Liverpool come a quella del compianto Syd Barrett, Robyn ci regala un altro sunto dell'arte del comporre: un menestrello pop che mai finirà di stupirci.

Recensione di Goodnight Oslo (2009)
Registrato con i THE VENUS 3, “Goodnight Oslo” è il primo album di HITCHCOCK a tre anni dall’ultimo “Olè! Tarantula”. È stato definito, dall’autorevole “Rolling Stone”, come il suo migliore album dall’epoca con i Soft Boys.
Da solo, con i Soft Boys, con gli Egyptians o con questi THE VENUS 3 il genio di ROBYN HITCHOCK ha attraversato indenne questi ultimi trent’anni di musica. Infatti le bands delle quali ROBYN si è servito per diffondere la sua arte, le sue canzoni, non sono altro che differenti livelli della sua stessa espressività.
Come sempre, semplice psichedelia, folk rock e alternative country sono gli ingredienti dominanti della cucina “hitchcockiana”. La qualità del songwriting di HITCHCOCK resta, come al solito, incredibilmente alta: testi surreali, personalissimi e dal notevole impatto simbolico, accompagnati ora da suoni acustici ed ora da suoni più elettrici, rimandano ad atmosfere così lontane eppure così vicine. È difficilissimo trovare, tra i suoi, un disco che ci abbia deluso in trent'anni d’attività.

A dispetto di un titolo che rievoca ricordi annebbiati di una notte norvegese, la musica sa molto poco di nordico. Piuttosto qui emergono suoni che sanno di frontiera americana quando non di California adolescenziale e festaiola, ma si tratta, comunque, di canzoni nate tra Londra, Seattle e New York, suonate con gli amici di sempre (nei THE VENUS 3, al fianco di ROBYN, ci sono il signor R.E.M./Peter Buck alle chitarre, Scott McCaughey al basso e Bill Rieflin alla batteria) e con altri amici incrociati durante gli spostamenti.
A prima vista 10 canzoni quasi sempre a passo spedito e senza troppe pretese, con chitarrine “jingle jangle” sempre in bella evidenza e con tante belle voci di contorno: da Colin Meloy dei Decemberists a Sean Nelson degli Harvey Danger, dalla gallese Lianne Francis al vecchio compagno d’avventure Morris Windsor (già batterista di Soft Boys ed Egyptians).
Una prova di coraggio per un artista con ancora molte cose da dire ed un finale intensissimo proprio con il brano “Goodnight Oslo”, che vi farà venir voglia di tornare all’inizio del cd! Tutto qui: 10 canzoni lineari ma brillanti, lievi e scanzonate.
Scusate se è poco!

Nota: alcuni dei commenti sopra riportati sono stati liberamente tratti dalla stampa musicale specializzata e rovistando su vari siti web.

a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo

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