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Data di pubblicazione
12 Febbraio 1986
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Durata
8 brani
Master of Puppets è il terzo album in studio dei Metallica, pubblicato nel 1986.
Il disco ha venduto circa 15 milioni di copie, di cui più della metà nei soli Stati Uniti. Si tratta di un album complesso, nella struttura dei brani e nei testi, e ha segnato a detta di molti la storia del metal moderno e del thrash metal. La rivista Rolling Stone l'ha inserito al 167° posto della sua lista dei 500 migliori album.
Grazie alle doti compositive e tecniche dei singoli componenti del gruppo, Master of Puppets riesce a ritagliarsi un posto di prima grandezza nell'universo thrash metal di quel periodo; dalla maggior parte dei fan e da buona parte della critica, è ritenuto il miglior album dei Metallica. Da notare la buonissima produzione per l'epoca (1986): grande attenzione fu data infatti, come riportò James Hetfield in varie interviste, all'inspessimento e alla potenza del suono delle chitarre; sound che con il tempo divenne uno dei punti di riferimento per il genere.
Il pezzo d'apertura, "Battery", mette in risalto doti tecniche e versatilità del batterista Lars Ulrich. Il termine "battery" si riferisce ai reati di minacce e di violenza fisica. Curiosità legata al brano è l'intro di chitarra acustica, presente anche in "Fight Fire With Fire" (da Ride the Lightning).
La canzone che dà il titolo all'album, "Master of Puppets", sembra a tratti parlare sia del rapporto tra spacciatore e tossicodipendente, sia del mondo di divinità occulte raccontato dallo scrittore americano Howard Phillips Lovecraft, famoso per i racconti del Ciclo di Cthulhu. Questo brano di oltre otto minuti di durata, esprime a pieno il suono del quartetto, accogliendo in una volta e in rapida alternanza tempi veloci di batteria, ritmi sincopati e parentesi melodiche. Esso inoltre permette a Kirk Hammett (chitarra solista) di proporre uno degli assoli più famosi nella storia del thrash metal. Alcuni fan dei Megadeth sostengono che la canzone sia stata scritta da Dave Mustaine (nei Metallica dal 1981 al 1982, e in seguito fondatore, cantante e chitarrista dei Megadeth). Però Mustaine, che non ha mai esitato a reclamare legalmente una parte dei diritti di alcune canzoni dei Metallica (in Kill 'Em All e Ride the Lightning), non ha mai dichiarato niente a proposito.
L'ispirazione da parte di Lovecraft, è presente anche nel brano seguente, "The Thing That Should Not Be". Esso porta avanti alcune tematiche esposte nella title-track, stavolta però con un ritmo meno veloce e più regolare rispetto ai due precedenti brani. Il brano presenta atmosfere oscure alla Black Sabbath, ma con un riffing massiccio e cadenzato.
"Welcome Home (Sanitarium)", nel vinile chiudeva il lato A. Esso ha un inizio lento e cadenzato, mentre il resto del brano è affidato ad un'accelerazione in crescendo. Il brano è incentrato sulle sofferenze dell'ospite di un ospedale psichiatrico, che sogna un'impossibile fuga dalla violenza del mondo che lo circonda.
"Disposable Heroes" critica apertamente le contraddizioni di ogni guerra. Accelerazioni e cambi di tempo repentini, cercano di rendere "musicalmente" l'atmosfera di un campo di battaglia.
"Leper Messiah" è una invettiva contro la tradizione, tutta americana, dei predicatori, dei loro spettacoli domenicali e delle offerte generose che riescono a raccogliere dai propri fedeli. Questo brano è tuttora oggetto di discussione tra Dave Mustaine e James Hetfield, dato che il primo rivendica la paternità del brano mentre il secondo smentisce tutto.
Lo strumentale "Orion", è stato composto dal bassista Cliff Burton. Si tratta di un brano complesso. Sfortunatamente, dopo pochi mesi dall'uscita dell'album, Cliff Burton morì a causa di un incidente che coinvolse il tour bus su cui viaggiava il gruppo, durante il tour europeo il 27/9/86 a Ljungby,Svezia dopo che si era svolto a Stoccolma il concerto con gli Anthrax. Nonostante questo, il nome di Cliff Burton è sempre presente nei sondaggi di fine anno, presenti nelle riviste specializzate, per eleggere il miglior bassista metal. Venne suonata ai funerali di Cliff Burton.
"Damage, Inc.", ultimo pezzo del disco, è il brano più aggressivo del disco e parla di violenza e distruzione.
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