In ascolto tramite Spotify In ascolto tramite YouTube
Passa al video di YouTube

Caricamento del lettore...

Esegui lo scrobbling da Spotify?

Collega il tuo account Spotify a quello di Last.fm ed esegui lo scrobbling di tutto quello che ascolti, da qualsiasi app di Spotify su qualsiasi dispositivo o piattaforma.

Collega a Spotify

Elimina

Biografia

  • Data di nascita

    11 Settembre 1975 (età: 48)

  • Luogo di nascita

    Houston, Harris County, Texas, Stati Uniti

Jolie Holland (born September 11, 1975 in Houston, Texas) is an American singer and performer who combines elements of folk, traditional, country, rock, jazz, and blues. She is one of the founding members of The Be Good Tanyas.

Career

ANTI- labelmates Tom Waits and Sage Francis are both outspoken fans of Holland's: Waits nominated her for the Shortlist music prize while Francis has said that Holland's album Escondida was his most listened to album of 2005. Holland collaborated with Francis on two tracks on his album Human the Death Dance.

Discography

Studio albums

Catalpa 2003
Escondida 2004
Springtime Can Kill You 2006
The Living and the Dead 2008

Contributions

Multiple collaborations with David Dondero who sang on Springtime Can Kill You's "You're Not Satisfied". Jolie also sang backup on the song "Analysis Of A 1970's Divorce" off Dondero's 2001 album Shooting at the Sun With a Water Gun.
The Grey Funnel Line on Hal Willner's Rogue's Gallery: Pirate Ballads, Sea Songs, and Chanteys (2006, ANTI-)
Providing background vocals for Bad Religion frontman Greg Graffin's studio solo album Cold as the Clay.
Providing violin for The Speakers' album, Yeats Is Greats
Backing vocals on Chuck Ragan's album Feast or Famine
Wrote words and performed Flood of Dreams in film King of California
Provided background vocals for Steve Abel and the Chrysalids' album Flax Happyon. The tracks for which Holland provided background vocals are "Cinders of the Sun" and "Heart of Misery"
Provided backing vocal on David Gray's "Kathleen"
Contributed to two tracks on Sage Francis' Human the Death Dance
Backing vocals on "Songs for Love Drunk Sinners" by Jan Bell and the Cheap Dates.
Collaboration with Booker T. Jones on the "What A Wonderful World" album.
Backing vocals on a song by Frally - "Old/New".

References

1^ "Jolie Holland Interview". Quietcolor.com. Retrieved 2009-04-27.
2^ allmusic ((( Jolie Holland > Overview )))
3^ "Topic Galleries - chicagotribune.com". Chicago Tribune.
4^ Stepping Out of Daddy's Dark Shadow - Entertainment - redOrbit

Recensione di "Escondida" da Mescalina.it

20/04/2004 | di Maurizio Pratelli

Le sue prime registrazioni casalinghe raccolte nell’album “Catalpa”, venduto solo attraverso internet, avevano raccolto più di un consenso positivo tra la critica. Addirittura Tom Waits lo aveva definito uno dei tre album più belli del 2003.
In effetti bastava ascoltare “All The Mornings Birds” per rendersi conto della classe di Jolie Holland, cantante texana con origini creole, accostata a Billie Holiday e musicalmente catturata da una personale miscela tra jazz e folk, corretta da un caldo blues.
Ascoltando il demo di questo suo primo disco in studio (l’album uscirà nel mese di aprile), già dal primo brano ci si rende conto che la delicatezza e le atmosfere di Catalpa sono rimaste le stesse; quello che cambia è solo l’etereo tappeto sonoro sulle quali si appoggiano, tra una batteria spazzolata e fiati vellutati.
Le sue canzoni sono tele leggere, accarezzate da un vento fresco; sospese tra i fili che da una parte si appoggiano a Norah Jones e dall’altra alla Natalie Mechant di “The House Carpenter’s Daughter”. Accompagnata in questo esordio da un veterano della batteria jazz come Dave Mihaly e dal chitarrista Brian Miller, la Holland sembra spesso trattenere la propria voce morbida e cristallina: “Do You” è un brano splendido da questo punto di vista e pur essendo già l’ottava canzone, l’album continua a stupire per la sue sfumature, per le sue magie quasi nascoste.
Ogni brano sembra contenere nelle sue pieghe una mappa da “leggere” con attenzione per riuscire a scovarne i numerosi tesori sonori. E la chiave di lettura di questo disco, non facile sia inteso, sta tutta qui, nella capacità dell’ascoltatore di scoprire, ciò che lo stesso titolo dell’album “nasconde”.Per farlo basta chiudere gli occhi, si avrà così la sensazione di essere presi per mano e condotti, oltre l’algido studio di registrazione, nei luoghi dove queste storie sembrano essere raccontate, sulla riva di un fiume o nella piazza di un piccolo paese, come avrebbero fatto Robert Johnson o Woody Guthrie. E una volta arrivati si apriranno nuovi orizzonti, sullo sfondo dei quali le storie si animeranno e vivranno attraverso la voce di incantevole di Jolie Holland.
“Escondida” è un album al quale ci si deve accostare con la stessa “timidezza” con il quale viene proposto, che si chiude nel “silenzio”, rotto dall’incanto di “Faded Coat of Blue” e dalle carezze del violino. Il viaggio è finito. Ma è molto probabile che non abbiate ancora visto tutto.

Recensione di "Escondida" da Ondarock.it

di Simone Colantonio

Seconda prova solista per Jolie Holland, dopo "Catalpa" (Anti, 2003), raccolta di demo casalinghi, e l'ancor precedente esperienza di gruppo con le canadesi Bee Good Tanyas. "Escondida" (Anti, 2004), anche questa volta dal titolo spagnoleggiante, può comunque a ragione essere considerata la prima prova della Holland in un vero e proprio studio di registrazione; una prova che ha prodotto risultati davvero sorprendenti.

Perché in effetti il lavoro della giovane di origine texana, ora stabilitasi in California, è di una bellezza disarmante. Disarmante nella maniera di proporre un repertorio che va a pescare dritto dritto nelle radici della musica popolare nordamericana, nel blues, nel country, nel folk, nel gospel e nel jazz, e di farlo sfruttando capacità vocali che le permettono di adattarsi al meglio al registro di ogni canzone.

Il giornalismo musicale ha già avuto modo, sembra, di inscatolare le canzoni di Jolie Holland, così come quelle di un altro esploratore contemporaneo delle radici quale Devendra Banhart , nel genere definito " pre-war folk ". E paragoni con le Cocorosie , ma anche con le due mitiche e storiche signore del jazz e del blues, Billie Holiday e Bessie Smith, si sono sprecati.

Detto che, al limite, è con la magnetica voce della prima che si può pensare di fare un raffronto, sembra giusto affermare che questo disco ha un notevole valore in sé, al di là dei riferimenti e delle classificazioni forzate.

Ed è il valore innanzitutto di un'interpretazione eccellente, dal punto di vista vocale e strumentale (la Holland si cimenta peraltro con una quantità di strumenti differenti, dalla chitarra, rigorosamente acustica, al violino, dal piano all'ukulele), nonché di una scrittura musicale che, se in diversi casi asseconda le tradizioni, come nello splendido gospel di "Old Fashioned Morphine" (che è curioso pensare trasposto in una chiesa pentecostale, al grido di "give me some old fashioned morphine, it's good enough for me…"), nello swing di "Tiny Idyl / Lil Missy", nel blues di Poor Girl's Blues", nella ballata country-folk di "Goodbye California" (che ricorda la "Me and Bobby McGee" interpretata da decine di artisti, ma che per il sottoscritto rimane legata a Janis Joplin), o nel canto accompagnato solamente da una batteria spazzolata di "Mad Tom Of Bedlam" (un traditional, l'unica canzone non originale del disco insieme all'altro traditional della guerra civile "Faded Coat Of Blue"), in altri evidenzia un'ottima capacità di scostarsi dal cliché e dare un'impronta maggiormente personale alla propria arte, creando gioielli come la jazzata "Sascha", impreziosita da una tromba sorniona che immalinconisce il pezzo al punto giusto, il blues postmoderno di "Black Stars", in cui la voce ricorda semmai quella di Chan Marshall-Cat Power , o "Amen". Scavando così l'immaginario baratro che la separa dall'ondata di nuove cantanti devote al jazz, tutte, a mio parere, di livello assai inferiore rispetto alla Holland.

Il tutto condito, last ma non affatto least , da testi magnetici che uniscono lirismo, humor nero e surrealismo naturista, in cui la luna, le stelle e gli spazi aperti fungono da vero specchio dell'anima per Jolie Holland.

Dove alla luce o al buio si preferisce il crepuscolo. Dove ai colori vivaci o al nero si preferisce il blu…

Modifica questa wiki

Non vuoi vedere annunci? Effettua l'upgrade

Artisti simili

In evidenza

API Calls